I Giusti sardi

L’ente nazionale per la Memoria della Shoah di Israele, lo Yad Vashem, ha riconosciuto 671 italiani “Giusti tra le nazioni”, numero aggiornato al 1 gennaio 2016. Con questo termine si vogliono indicare i non ebrei che, a rischio della propria vita e senza avere interessi personali, hanno salvato la vita anche a un solo ebreo dal genocidio nazista.

Nel giardino di Israele, sul Muro d’Onore che ricorda i Giusti, sono scolpiti anche i nomi di 4 eroi sardi: Salvatore Corrias, Vittorio Tredici, Girolamo Sotgiu e la moglie Bianca Ripepi.

salvatore-corrias-2Salvatore Corrias, nato a San Nicolò Gerrei il 18 novembre 1909, arruolatosi nella Guardia di Finanza nel 1929, dopo l’8 settembre 1943 entrò a far parte delle Brigate partigiane nella formazione “Giustizia e Libertà”. Corrias scelse di continuare a indossare la divisa per potersi muovere liberamente lungo la frontiera italo-svizzera, aiutando in questo modo centinaia di ebrei, oppositori politici e perseguitati a oltrepassare il confine per raggiungere la salvezza. Catturato dalle Brigate Nere il 28 gennaio 1945, mentre rientrava dal confine dopo aver aiutato un prigioniero inglese, venne fucilato dalla “Banda Tucci” nel recinto della sua caserma.
Oggi riposa nel cimitero di Moltrasio. Medaglia d’Oro al Merito Civile, è dal 2006, il 10.957° “Giusto tra le Nazioni”.

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Vittorio Tredici, nato a Iglesias nel 1892, ufficiale decorato nella Grande Guerra, fu, con Emilio Lussu, uno dei fondatori del Partito Sardo d’Azione. Dopo aver combattuto lo squadrismo con le Camicie Grigie (formazioni paramilitari del PSd’A), aderì al sardo-fascismo coprendo da prima il ruolo di segretario del Fascio cagliaritano e, dal 1927, quello di Podestà di Cagliari. Trasferitosi a Roma, partecipò attivamente durante l’occupazione tedesca alle operazioni di soccorso promosse dal parroco Ettore Cunial. Durante il rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, nascose nel suo appartamento la famiglia Funaro, gli unici ebrei del suo edificio, e li aiutò a trovare una sistemazione sicura. Vittorio Tredici, insieme al parroco Cunial, aiutò altri perseguitati, sia ebrei che resistenti, salvandoli dalla furia nazi-fascista. E’ il 7.494° “Giusto tra le Nazioni”, riconoscimento ottenuto nel 1997.

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Girolamo Sotgiu, nato a La Maddalena nel 1915 ma di famiglia olbiese, emigrò a Rodi, possedimento italiano dopo la guerra italo-turca, sul finire degli anni Trenta. Professore, conobbe e sposò Bianca Ripepi, calabrese, arrivata anche lei nell’isola per insegnare. Dichiarato sovversivo, Girolamo Sotgiu fu espulso dalla scuola locale e, insieme alla moglie, iniziò a dare lezioni private. Tra gli alunni, molti erano i bambini ebrei, impossibilitati a seguito delle leggi antiebraiche a frequentare la scuola. Quando, dopo l’armistizio, i tedeschi invasero Rodi, iniziarono le deportazioni. Fu a questo punto che i due coniugi salvarono una bambina ebrea, Lina Kantor Amato, i cui genitori erano già stati deportati dai tedeschi. Con dei documenti falsi, riuscirono a far passare la bimba come loro figlia naturale che, fortunatamente, a guerra finita, riuscirà a ricongiungersi con i suoi genitori. La bambina non fu la sola ad essere salvata, altri ebrei ottennero dei documenti falsi per mano di Girolamo e Bianca. Grazie alla segnalazione di Lina Kantor, lo Yad Vashem nel 2015 ha riconosciuto Girolamo Sotgiu e Bianca Ripepi come i 13.066 “Giusti tra le Nazioni”.

Questi sono i Giusti riconosciuti fino a oggi, ma tanti sono gli eroi ancora nell’ombra, che hanno voluto tener nascosto il loro passato e le cui storie riemergono lentamente a distanza di decenni.

suor-de-muro-con-bimboE’ il caso di Suor Giuseppina (Rosina) De Muro, nata a Lanusei il 2 novembre 1903. Suor Giuseppina, durante l’occupazione di Torino, riuscì a far liberare tanti detenuti politici, a revocare la condanna a morte di un antifascista e a sottrarre alle SS un bimbo di soli 9 mesi tenuto in carcere, nascondendolo tra le lenzuola. Due coniugi ebrei arrestati e destinati alla deportazione, vennero da lei liberati, mentre una giovane ebrea riuscì a salvarsi perchè Suor Giuseppina bloccò la partenza facendo appello al Regolamento penitenziario, che impediva il trasferimento del detenuto se non fosse stata resa nota la destinazione. Aiutò i detenuti nascondendo delle uova sbriciolate tra i medicinali, scambiando referti medici per permettere il trasferimento in infermeria, e trasmise di nascosto notizie tra familiari e prigionieri. Per lei è in atto la pratica per essere riconosciuta “Giusta tra le Nazioni”.

image1Un’altra storia è quella di Giovanni Gavino Tolis. Nato a Chiaramonti (SS), finanziere, venne impiegato al confine italo-elvetico presso la Brigata della frontiera di Chiasso. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, attraverso il valico trasportò i messaggi che le organizzazioni partigiane si scambiavano tra Italia e Svizzera, e aiutò tanti ebrei e antifascisti a rifugiarsi nel territorio elvetico, con la collaborazione della famiglia Panzica che risiedeva nei pressi del confine. Scoperto dai nazisti, venne arrestato insieme alla signora Panzica (che riuscirà a sopravvivere) e internato presso il campo di Mauthausen, dove morì il 28 dicembre 1944. Nel 2010 è stato insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile con la seguente motivazione: «Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale contribuì alla lotta di liberazione con l’attività di postino delle organizzazioni partigiane e, con eccezionale coraggio, si prodigò in favore dei profughi ebrei e dei perseguitati politici, aiutandoli ad espatriare clandestinamente nella vicina Svizzera. Arrestato dalle autorità tedesche fu infine trasferito in un campo di concentramento austriaco, dove perse la giovane vita. Mirabile esempio di umana solidarietà e di altissima dignità morale, spinte fino all’estremo sacrificio».

In questa ricerca, un ruolo importante spetta al Capitano Gerardo Severino, che ha il merito di riportare alla luce le figure dei finanzieri eroi, il cui ricordo rischia di perdersi tra gli archivi e gli schedari impolverati dal tempo.

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5 pensieri riguardo “I Giusti sardi

  1. Vi ringrazio di vero cuore per aver citato il mio lavoro a ricordo degli Eroi della Sardegna: oscuri protagonisti delle vicende più incredibili del nostro Paese, spesso dimenticati dalla storia, dal cinema e persino dalle fiction televisive (che ormai hanno abbracciato i vari campi della storia e della società italiana), tant’è vero che ho più volte tentato di sensibilizzare autori e funzionari e RAI riguardo alla possibilità di dedicare qualche sceneggiatura ad Eroi come Salvatore Corrias o Gavino Tolis.
    Saluti, Capitano Gerardo Severino

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  2. E io devo ringraziare lei, che con il suo grandissimo lavoro ci permette di ricordare questi eroi purtroppo totalmente dimenticati.
    A tal proposito, approfitto della sua disponibilità per chiederle se nelle sue ricerche sono presenti altri finanzieri sardi che non ho nominato, e se il finanziere Tolis è stato proposto come Giusto tra le Nazioni. Ancora infinitamente grazie.

    Saluti, Silvia.

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  3. Purtroppo, per il Tolis non è stato possibile proporre l’importante onorificenza in quanto non sono riuscito a individuare eventuali ebrei da lui salvati. La medaglia di “Giusto” viene infatti rilasciata solo se alla base vi è una dichiarazione da parte di uno dei salvati. Per quanto riguarda altri Eroi ne ho trattati diversi, basterà fare una ricerca in Internet (suggerisco, ad esempio, alcuni articoli di Paolo Pulina che mi riguardano e che trattano dei Finanzieri caduti in Alto Adige negli anni ’60).
    Saluti, Gerardo Severino

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